Trenta Aziende Cinesi Sotto Sequestro A Prato
Blitz della polizia martedì 19 Gennaio a Prato. L'intervento ha portato al sequestro di trenta aziende cinesi e all'arresto di settanta persone sempre originarie del paese del sol levante.
Il console Cinese in Italia ha protestato ed ha paragonato la l'intervento della polizia italiana ai rallestramenti della ghestapo tedesca ai tempi..
I cittadini pratesi, scesi in strada e radunatasi al clamore dell'attività, hanno applauidto per il finalmente controllo e ripristino della normale legalità.
In effetti la realtà pratese è quella che più ha sofferto per il mancato rispettto delle regole di molte aziende cinesi impiantatasi nel territorio. Forse per il tipo prevalente di economia della città, basata soprattutto su aziende tessili, un settore in cui il commerciante cinese dà veramente il meglio di sè e si trasforma in un killer per le aziende dello stesso settore.
Stabilita quella che sarà l'oggetto della sua produzione, in stanzoni ricavati da garage, sotterranei, appartamenti e qualt'altro l'imprenditore cinese lo riempie di operai come fossero api in un alveare. Niente contratti di lavoro, niente ferie, malattia, maternità, contributi e quant'alto spettante all'operaio, tasse pagate: nessuna, turni di produzione 24/24 solo poche ore di riposo, per poter poi meglio lavorare. Uso di materie prime tossiche e nocive per la salute umana. Un completo mancato rispetto delle regole nel mercato del lavoro.
E' chiaro che così operando il prezzo del prodotto finito per le imprese cinesi sarà notevolmente inferiore a quello dell'imprenditore che invece rispetta norme tutela i suoi lavoratori e paga anche le tasse. Ma per poco perchè il commerciante che rispetta le regole non potrà mai competere nella libera concorrenza con chi invece le viola e sarà costretto a chiudere.
E' un buon inizio. La speranza è che i controlli continuino e che le regole valgano per tutti a prescindere dalla nazionalità e il lavoratore sia tutelato.
