Napoli Creativa? Solo Un Autoconvinzione. (parola Del Sociologo Domenico De Masi)
Nel suo ultimo libro, "Tag" , edito da Rizzoli il sociologo di origini molisane (ma a suo dire napoletano d'adozione, nonchè cittadino onorario di Sant'agata de' Goti nel Beneventano), dedica un intero capitolo a Napoli in cui afferma che ogni tentativo di progresso a Napoli fallisce perché la causa di tali sconfitte è la stessa città. Sotto accusa da parte del sociologo , è niente poco di meno che: La creatività Partenopea.
Il Nostro utilizza per sostenere la sua Tesi, due metafore che i napoletani, non hanno, ed è il caso di dirlo, ben digerito:
"La Margherita, la pizza più famosa è il frutto del servilismo locale con cui un suddito borbonico volle onorare Margherita di Savoia, proprio come la celebre Torna a Surriento non è una canzone d’amore ma una squallida piaggeria nei confronti del direttore generale delle Poste andato via da Sorrento"."La pizza, – scrive – con tutte le canzoni, i film, gli stereotipi, ha creato nel napoletano l’autoconvinzione che i napoletani siano creativi. Così mentre il resto del mondo inventava la plastica e i microprocessori, la pila atomica e i satelliti artificiali, le biotecnologie e i raggi laser, a Napoli insistevano con questa benedetta pizza e con le sue scontate varianti. La fantasia se non si sposa con il concreto non è creativa. Ma nel paese del sole e del mare la fantasia è rimasta nubile".
Fuor di metafora, il Sociologo denuncia il fatto che la presunta creatività dei Napoletani sia divenuta nel tempo l'alibi della non innovazione. Per intendere meglio il discorso si può leggere questo ottimo articolo di Giacristiano Desiderio.
Angelo ForgioneCondivisibile è l'obiezione adotta dall'autore di Made in Naples, Daniele Forgione che in risposta al Sociologo De Masi scrive:
«IL GENIO PARTENOPEO STUPISCE PER LA GRANDE ABILITÀ DI REINVENTARE E PERFEZIONARE. ANCHE IN CAMPO HI-TECH. NON GLI TOGLIAMO ANCHE QUESTO»
A mio avviso, parlare di Napoli e della sua creatività generalizzando è un errore madornale. A parte gli indiscussi primati della città in diversi campi da quello scientifico a quello culinario o culturale, cè un altro aspetto che non mi convince, ed è quello che vede la Pizza come strumento atto a sopire la Lotta di classe in favore di una sorta di Interclassismo. In accordo con Levy Strauss, la cultura popolare, e dunque anche la creatività è uno dei pochi strumenti a disposizione delle sub-culture e delle minoranze per esprimere se stesse. Il Bricolage e l'"arte di arrangiarsi", sono gli strumenti che tutt'oggi in una situazione complessa come quella napoletana, permette alla povera gente di andare avanti. Affermare che la creatività dei Napoletani è slegata dall'Esperienza è falso. La stessa Pizza, come la carbonara a Roma è frutto di questa creatività, figlia del Bisogno.
