L' Ottimismo Si Può Imparare
Ottimisti si nasce o si diventa? Forse i geni c'entrano, ma solo in minima parte. Infatti, secondo uno studio dell'Università di Melbourne, cogliere sempre i risvolti positivi di ciò che accade è una qualità che si apprende e si può insegnare. Basta interrompere certi meccanismi di pensiero che ci impediscono di avere fiducia in noi stessi e ci limitano nelle relazioni con gli altri. Ecco alcuni esempi.
Prima di un colloquio di lavoro, la tua previsione è "andrà male anche stavolta". Di fronte a un insuccesso, il pessimista pensa "è colpa mia, sono un buono a nulla". Ma chi si presenta a un colloquio con poca fiducia in se stesso, ha meno probabilità di convincere gli altri, e rischia così di attirarsi sempre nuovi insuccessi. L'ottimista, invece, considera un fallimento qualcosa di occasionale, senza mettere in discussione il proprio valore ogni volta che subisce un piccolo smacco.
Un'amico disdice l'appuntamento. Tu pensi "sono noioso, non ha voglia di vedermi". L'ottimista accetta gli imprevisti senza pensare di esserne la causa e senza rimuginarci troppo sopra. Se l'amico si tira indietro più di una volta, se un rapporto mostra segni di crisi, affronta il problema direttamente, chiedendo spiegazioni all'altra persona.
Litighi con il partner. E concludi "non ci capiremo mai". Il pessimista corre subito alle conclusioni facendo una catastrofe, mentre l'ottimista non drammatizza, ma considera le discussioni di coppia come occasioni preziose per capire quali sono i punti deboli del rapporto e come migliorarli.
