Storia Economica: I Fisiocratici
Tra le principali dottrine che hanno contraddistinto la storia economica c’è la corrente dei fisiocratici, che si affermò in Francia verso la metà del XVIII secolo in opposizione alla corrente predominante dell’epoca, il mercantilismo, che misurava la grandezza economica di uno stato con la grandezza delle sue esportazioni.
Per il mercantilismo ogni nazione doveva puntare su ciò che le era più congeniale, il Governo doveva da parte sua garantire la stabilità politica, la sicurezza e ampliare i mercati con le conquiste coloniali. Questo, come ben si può capire, causava frequenti spedizioni militari che spessissimo mandavano sul lastrico i Paesi.
A differenza dei mercantilisti i fisiocratici, che prendono le orme dal medico ed economista François Quesnay, autore nell’Encyclopédie deòle due voci "Fittavolo" e "Grani", basano la ricchezza di uno stato sulla sua produzione agricola. L’agricoltura, secondo tale pensiero economico, è infatti l’unica fonte di produzione vera e propria, mentre l’industria trasforma solamente i prodotti e il commercio li scambia.
Se si aumenta la produzione agricola si favorisce quindi l’industria e il commercio, e per questa ragione occorre investire proprio su questo settore per poter garantire la crescita e la ricchezza dello stato anche negli altri due. Le classi sociali sono divise in base alla loro funzione nella produzione. Chi investe il capitale fa parte della classe proprietaria o oziosa, i contadini, che creano la ricchezza, costituiscono la classe produttiva, mentre chi lavora nell’industria, e quindi trasforma i prodotti, forma la classe sterile.
Per i fisiocratici la condizione ideale del mercato è quella definita di ‘libero mercato’, che ispirò anche gli economisti Adam Smith e David Ricardo, che svilupparono, partendo dai fondamenti fisiocratici, le loro teorie del valore/lavoro.
Innovativa anche la loro idea di stato e di governo. I fisiocratici auspicavano infatti un dispotismo illuminato, basandosi sul fatto che per rendere al massimo un popolo e una nazione devono avere come guida un saggio e illuminato governante, scelto appunto per le proprie capacità.
