Il Comandante Schettino Che C' è In Tutti Noi
Nel diluvio di immagini, notizie e commenti che è seguito al disastro della nave “Concordia” vorrei provare ad inserire un punto di vista un poco “controcorrente” (è proprio il caso di dirlo…..mi scuso per l’involontaria ironia). In disparte ogni considerazione in merito alle responsabilità (che, se accertate in giudizio, dovranno essere severamente sanzionate) del Comandante e di chiunque altro abbia violato la legge penale, è forse il caso, infatti, di soffermarsi brevemente su alcuni aspetti etici o, se vogliamo e più banalmente, di costume che mi pare siano emersi dalla vicenda.
Al centro di tutto c’è lui, il Comandante Schettino. Sembra possedere tutto ciò che serve per ricoprire il ruolo del maldestro (è un eufemismo…..) responsabile del naufragio e, più ancora, dell’infido colpevole da sottoporre all’ira della folla inferocita armata di forcone e di nodo scorsoio. E’ vanaglorioso, ama fare il piacione, è un donnaiolo, ha perso il controllo della situazione, non ha saputo fare il suo mestiere, è un codardo. Questo è il giudizio dell’opinione pubblica.
Ma questo inquietante (per i mass media e per la gente comune) individuo è lo stesso Comandante Schettino che, prima del naufragio, appariva così simpatico, brillante, elegante, affascinante, che piaceva così tanto alle crocieriste, che veniva applaudito come una stella dello spettacolo dagli ospiti della nave, che sapeva il fatto suo, che probabilmente era l’ambito soggetto da immortalare in tante belle foto-ricordo da esibire poi a parenti e amici, con malcelato orgoglio, al rientro dalla crociera.
Dopo il disastro, improvvisamente il Comandante Schettino ha perso tutto il suo charme, è diventato il reprobo da condannare senza processo, l’untore dal quale prendere le distanze, l’oggetto della gogna mediatica. Nulla di nuovo sotto il sole: cambiano i tempi, le circostanze, i luoghi ma, da noi, il percorso da Piazza Venezia a Piazzale Loreto si ripete con rituali più o meno sempre uguali.
Nel gran vociare di tutti coloro che si elevano a censori del Comandante Schettino non stonerebbe però una domanda semplice-semplice: quanti di noi avrebbero saputo fare meglio di lui in quelle circostanze? Dopo avere attraversato decenni nei quali in tanti si sono prodigati nel demolirli, e ammesso che esista una unità di misura, adesso quanto sono alti, in Italia e nel decadente mondo occidentale in genere, il senso della responsabilità ed il senso dell’onore?
Non so dare una risposta a questa domanda. Mi guardo attorno, passo in rassegna la miriade di furbetti che ognuno di noi incontra quotidianamente e resto nel dubbio. Per questo motivo (e non tanto per un sentimento di pietas che, semmai, è dovuto alle vittime e non certo a lui) assisto un poco perplesso alla lapidazione del Comandante Schettino. Mi sembra essere, più che altro, una auto-lapidazione. Quasi un voler distruggere ed esorcizzare una parte di noi che non ci piace, della quale proviamo vergogna ma che ogni tanto viene alla luce a mostrarci che non siamo poi così immacolati come forse riteniamo di essere.

Quanti di noi hanno ottenuto il brevetto di Comandante di nave? Quanti di noi hanno seguito studi particolari ed approfonditi per arrivare a gestire un ruolo così importante e vitale per migliaia di persone? Schettino non è stato all'altezza in nessuna maniera: come comandante, come uomo e neanche come appartenente alla nostra specie.