Malgioglio Denuncia Apicella: Ma L' Omofobia Si Può Combattere Con Le Querele?
La notizia è di ieri; appena ritornato dall'Honduras, dove ha vissuto per la seconda volta l'esperienza di "naufrago" per il reality-show "L'Isola dei Famosi", Cristiano Malgioglio ha querelato uno dei suoi compagni d'avventura, Mariano Apicella, che alcune settimane fa lo aveva offeso dileggiandolo per il suo orientamento sessuale con un pesante insulto.
Malgioglio ed Apicella non fanno mistero delle proprie opinioni e dei loro stili di vita. Il cantautore siciliano non ha mai celato la sua omosessualità e si è sempre distinto per l'eccentricità nell'atteggiamento (sull'Isola era solito indossare una t-shirt con il titolo di una nota canzone, «Sono una donna, non sono una santa»); il chitarrista napoletano è un fedelissimo dell'ex-premier Silvio Berlusconi, che più volte nell'ultimo anno e mezzo ha lasciato interdetta la comunità gay non solo per le sue posizioni in materia di diritti civili, ma anche per alcune battute e barzellette.
Di certo Malgioglio ha il diritto di difendere la propria reputazione e la propria dignità in ogni sede ma, tralasciando il singolo caso, una domanda sorge spontanea: basterà una querela a trasformare una persona omofoba in una tollerante? Chi nutre pregiudizi, sentendosi minacciato dalla giurisprudenza, può imparare ad accettare sinceramente l'esistenza di persone nate con un diverso orientamento sessuale?
La risposta è, ovviamente, no. Per ribaltare il clima sarebbe necessaria una vera e propria rivoluzione culturale, che parta in primo luogo dal mezzo d'informazione più diffuso, la televisione stessa. Molte trasmissioni sono solite diffondere un particolare stereotipo del gay, che spesso ha il ruolo di commentatore pettegolo, e a tratti velenoso, di gossip e altre frivolezze, non è mai accompagnato, ha un aspetto piuttosto borghese e, in alcuni casi, appare addirittura un po' tonto.
Non devono essere dunque le sole leggi dello Stato (che, va precisato, in Italia mancano) a dare garanzie alla comunità omosessuale, ma anche il mondo della cultura e dei media. Se, come si dice, l'omofobia è ignoranza, in Italia sembrano mancare la voglia e la sensibilità di approfondire concretamente l'argomento slegandosi da antiche convenzioni, come accaduto negli Stati Uniti sia in film sofisticati come "Milk" di Sean Penn che in serial più leggeri ed ironici come "Modern Family". Bene ha fatto Wladimir Luxuria, in un intervento in difesa di Malgioglio, a porre l'accento sui meriti artistici del cantautore, che nella sua carriera ha scritto canzoni portate al successo da Mina, Ornella Vanoni, Giuni Russo, e che in un contesto autenticamente positivo dovrebbero essere ricordati prima di qualsiasi fatto privato; lo stesso cantautore ha dichiarato di non essersi sentito tutelato in primo luogo dalla RAI.
Il presentimento è che tutto questo discorso non verrà preso in considerazione, e che l'azione legale mossa da Malgioglio non farà altro che dare il via alle ormai classiche tavole rotonde televisive pomeridiane o domenicali, in cui le parti in causa non faranno altro che estremizzare le proprie posizioni e le scelte autorali farciranno il tutto con un pizzico, neanche a dirlo, di consueto trash.
