Spostiamo Il Quirinale: Gaffe Del Politico, Errore Del Giornalista, O Cosa?
Ultimi giorni di infuocata (e non solo in senso letterale) campagna elettorale a Milano e Napoli. Domenica sono previsti i ballottaggi e mai come in questi giorni il dibattito politico riempie le prime pagine dei giornali e dei siti con notizie che, francamente, fanno sorridere.
Calderoli, ministro della Repubblica, che in un'intervista prima auspica lo spostamento del Quirinale da Roma a Milano, poi, il giorno dopo, ritratta.E' il giornalista che ha capito male, lui non voleva dire questo e porge le sue scuse al presidente Napolitano.
Questa è la seconda sortita pre-elezioni della Lega. Prima si chiede lo spostamento dei ministeri a Milano, ora il Quirinale.
La campagna elettorale presentata a Milano e Napoli è stata incentrata più alla polemica che alla presentazione concreta dei programmi degli schieramenti.
Basta sfogliare i giornali e gli articoli parlano di rom veri o presunti, che sostengono Pisapia (centro-sinistra), di giornalisti che assistono a vivaci scambi di opinioni tra la gente per strada e scrivono pezzi a favore di questo o quello.
Si scrive che Pisapia è filo-islam, ma chi ricorda che anche nel programma del Pdl anni fa era prevista la costruzione di una moschea?
A Napoli è stato incendiato il comitato elettorale di Lettieri (centro-destra). Per fortuna non si registrano vittime, ma solo danni ai manifesti e ai gazebo. Da chi e perchè sia stata messa in atto questa azione dolosa spetterà alla magistratura stabilirlo.
Attribuirne la colpa ai sostenitori di De Magistris senza avere prove a sostengno è disinformazione.
Il giornalismo dovrebbe essere informazione, sui fatti, sui programmi, sulle cifre. Scrivere, esprimendo la propria opinione non cavalcando l'onda della corrente politica cui la propria testata fa riferimento.
L'Italia, gli elettori, noi tutti, abbiamo bisogno di una informazione corretta, per poi poter liberamente esprimere, nel segreto dell'urna, la nostra preferenza e il nostro voto.
Gli episodi di violenza che stanno caratterizzando le ultime ore di campagna elettorale sono frutto di un clima politico avvelenato. Lo scarso rispetto per l'altra parte che si vede chiaramente nelle trasmissioni televisive e nei dibattiti pubblici finisce per sfociare nell'aggressione (a volte anche fisica) da parte delle frange più estremiste di tutti gli schieramenti.
Lunedì sapremo l'esito completo di questa tornata elettorale e si potranno trarre i bilanci alla luce dei risultati definitivi. Chissà se ancora una volta assisteremo all'ennesimo tentativo di trasformare, agli occhi dell'opionine pubblica, una sconfitta in una vittoria, o la conquista di una città nella volontà di governo del paese.
Una cosa però è certa: dobbiamo, tutti gli aventi diritto, partecipare a questo turno elettorale. E' tempo che la voce di ogni cittadino si alzi per chiedere rispetto e norme che vadano nella direzione del risanamento dell'economia.
