Tasse? Finché Morte Non Ci Separi
È proprio vero che le tasse ti seguono fino alla morte. Deve averlo pensato anche il Signor G. di Nichelino (TO) e preso alla lettera tale affermazione. Il Sig. G. è un piccolo imprenditore proprietario in città di due panetterie ben avviate e di un paio di appartamenti. Un matrimonio non riuscito con conseguente separazione dalla consorte ed una nuova storia d'amore con una donna moldava. Una vita normale, ma che viene scossa dall'arrivo della crisi nel 2008.
I problemi economici cominciano a farsi sempre più difficili da superare ed il dover accudire due famiglie è molto complesso.
Circa quattro anni fa, riesce a far sì di risultare deceduto per l'Agenzia delle Entrate grazie alla falsificazione della dichiarazione dei redditi e da quel momento diventa il fantasma di un ex-contribuente. Già, perché per gli altri uffici comunali e per tutti coloro lo conoscessero, egli continuava la sua vita di tutti i giorni ed in perfetta salute.
Il destino però è beffardo ed attende inesorabile il momento in cui sparigliare le carte del progetto che aveva ideato per sé il Sig. G.
Una banale uscita di strada terminata contro un palo pone la parola fine alla corsa della vettura, che occupava con la sua compagna, ed al suo stratagemma.
Sul parabrezza viene ritrovato infatti un foglietto che indicava il numero di cellulare della compagna del Sig. G. e che informava l'impossibilità di marciare dell'auto, risultata poi senza assicurazione.
Alcuni testimoni raccontano di aver visto un uomo alla guida che, subito dopo l'incidente, sì è affrettato ad andar via anziché cercare aiuto sul posto. I carabinieri hanno faticosamente scoperto una storia di evasione, inganni e truffe inimmaginabile.
È venuto fuori che il Sig. G. oltre a risultare deceduto era anche "in vita" un evasore abituale pur permettendosi una vita agiata, ma non è tutto. Andando a fondo nelle ricerche, gli inquilini dello stabile da lui abitato adottano da anni gli stessi metodi per cui, per l' Agenzia delle Entrate, erano tutti defunti. La storia di uno di loro in particolare ha destato scalpore: da controlli incrociati era proprietario di più di venti appartamenti di lusso.
Il palazzo degli evasori, a seguito della visita dei carabinieri, ora risulta un vero mortorio.
