Vittorio Emanuele, Il Video Che Lo Incastra
Carcere Di Potenza, 2006 - Vittorio Emanuele si trova nella sua cella del carcere per l'inchiesta su Vallettopoli assieme a Rocco Migliardi, Ugo Bonazza e Gian Nicolino Narducci, quando accade un fatto a dir poco insolito.
Il Principe, chiaramente divertito da quello che dicono di lui al Telegiornale, si lascia prendere da un'improvvisa vena narcisistica e confessa un omicidio. Si tratta di Dirk Hamer, un giovane tedesco di diciannove anni che lui uccise in Calabria ben trentatré anni fa. A provocare questa inaspettata confessione non sarebbe stato tanto un bisogno psicologico, quanto piuttosto il desiderio di raccontare ai propri compagni di cella quanto sia stato abile a farla franca per tutti questi anni.
Vittorio Emanuele sembra vantarsi di questo gesto, narrando con dovizia di particolari di come la sua personale batteria di avvocati sia riuscito a difenderlo a spada tratta da ogni accusa. Questa volta però, le prove sono inequivocabili; a prendere atto della confessione non vi erano solo le cimici, ma anche l'occhio vigile di una microcamera nascosta.
L'omicidio al quale fa riferimento avvenne nel 1976, quando il giovane Dirk Hamer morì dopo 111 giorni in seguito a complicazioni dovute a due colpi di fucile subiti ad una gamba. Unico indagato, Vittorio Emanuele fu processato ma mai ritenuto responsabile di tale fatto.
E è proprio allora che inizia la lunga attività della sorella del giovane, Birgit Hamer, che a vent'anni rinunciò ad una vita da modella per cercare di fare giustizia al fratello. Ma per oltre trent'anni, il Principe sembrava intoccabile. Poi, il video.
Subito Vittorio Emanuele convoca una conferenza stampa nella quale dichiara per l'ennesima volta la sua innocenza e il fatto che quelle frasi fossero soltato un ritocco artificioso volto forse ad incastrarlo. Ma la convinzione dura poco. Quando la sorella ascolta il video riconosce immediatamente la voce del Principe. Per lei, non ci sono dubbi.
Birgit Hamer ha vinto la sua battaglia, assicurando al fratello defunto la giustizia che meritava. Per Vittorio Emanuele, si tratta di omicidio di primo grado.
