Addio A Dario Fo, Attore, Nobel E
E' difficile parlare di Dario Fo, perchè pochi uomini sono stati poliedrici quanto lui. Attore, certo, drammaturgo, anche, con una mole tanto imponente di testi teatrali da valergli, nel 1997, il premio Nobel per la Letteratura. Ma anche regista, scenografo, impresario. E pittore, persino. Perché forse non tutti lo sanno, ma si era diplomato all'Accademia di Brera e da giovane il suo sogno era quello di fare il pittore e dipingeva, comunque: sono state una cinquantina le mostre d'arte organizzate con sue opere, nel corso degli anni, e lui stesso in un'intervista aveva affermato: "Dico sempre che mi sento attore dilettante e pittore professionista. Ancora oggi talvolta penso che la pittura sia il mio mezzo di espressione primario".
Uomo dai mille volti e dalle migliaia di sfaccettature, uomo dalla vita intensa e densa, piena di esperienze e di amore. Un amore lunghissimo ed immenso, quello che l'ha legato all'attrice e compagna di una vita Franca Rame, sposata nel 1954 e mai lasciata fino al momento della morte di lei, nel 2013. Un amore che ha saputo affrontare e resistere a momenti anche molto drammatici, come il sequestro e lo stupro subiti da Franca il 9 marzo del 1973, secondo alcuni ad opera di esponenti neofascisti, e per il quale non c'è mai stata nessuna condanna, ma soltanto la beffarda prescrizione dei reati. Un amore da cui è nato Jacopo.
Se ne è andato, Dario Fo. E' morto a 90 anni, dopo un'esistenza lunga e fortunata. O, come diceva sovente lui stesso, "Esageratamente fortunata". Perché lui, figlio di un capostazione nato a Sangiano, in un paesino del Lago Maggiore, a differenza di molti che sanno soltanto lamentarsi, era grato di ciò che il fato gli aveva riservato e sapeva dire grazie alla sorte.
Ricoverato da 12 giorni all'Ospedale Sacco di Milano per problemi polmonari, il giullare se ne è andato.
Ateo, diceva di non temere la morte: "Non temo la morte, ma neanche la corteggio. Se hai campato bene, è la giusta conclusione della vita". Ateo, diceva di essere. Eppure la sua Franca continuava a sentirla accanto, a sognarla la notte, a percepirla, presenza costante nelle sue giornate. Una volta, vedendo nel giardino della sua casa di Porta Romana una rosa sbocciata fuori stagione, si era detto convinto che fosse stata Franca a fargli quel dono. Forse oggi un'altra rosa è sbocciata. Fuori stagione. Irriverente e testarda.
