Benigni Al Festival Di Sanremo - Storia D' Italia Sul Palco!
Arriva al galoppo di un cavallo bianco che porta alla memoria una scena famosissima del suo capolavoro "La Vita è Bella" (achtung cavallo ebreo), e quasi scivola su uno dei gradini. Sventola il tricolore come nei quadri del risorgimento italiano.
Eccolo poi abbracciare Gianni Morandi, e si comincia con la satira politica ; con Bersani descritto come troppo placido e accondiscendente. Poi per par condicio qualche battuta sull'immancabile Ruby Rubacuori e Berlusconi, la satira si conclude qui.
Il monologo è incentrato sull'identità nazionale: inno di mameli, bandiera e storia dell'italia tramite aneddoti più o meno romanzati. Benigni si concentra sulla storia del nostro paese, per rafforzare quel sentimento, che tra voglia di federalismo e Lega, stiamo dimenticando.
"L'amore per la patria è un sentimento eterno, i patrioti sentivano di lottare per qualcosa di eterno".
"L'italia era il corpo più bello del mondo ed è stato saccheggiato"
"L'allegria appartiene solo a noi, è un termine intraducibile in tutto il mondo"
Ed ecco che comincia la storia dell'inno , tra le figure di Novaro e Mameli, tra marcette ed inni e la tecnica dell'analisi poetica, parola per parola già utilizzata dal comico per la lettura della divina commedia!
Benigni è ispirato e piacevolmente logorroico, cita un pò tutti, Mogol, Battisti, Albano; cita battaglie antiche che hanno visto come protagonista Scipione grazie al quale "non siamo di cultura fenicia", cita i greci, gli imperatori romani.
"Ogni impero che c'è nel mondo, è una pallidissima imitazione di quello Romano".
Continua con l'analisi, " nessun altro posto al mondo ha avuto una storia avventurosa e straordinaria come quella di Roma"; ironizza sull'anti-patriottismo del Bossi Padre e Figlio.
"L'italia è talmente bella che siamo qui a festeggiare i 150 anni, e qualcuno può essere libero di dire NON LA FESTEGGIO "
Benigni continua a parlare di storia, ricorda le frasi leggendarie di Churchill e l'importanza di Mazzini.
Cambia registro, dedicandosi alla bandiera, "i cui colori provengono da Danti alighieri".
Prosegue poi con l'inno, istingando il pubblico ad applaudire ad esso, a coglierne i significati intrinsechi.
L'esibizione di Benigni, prosegue tra continue ripetizioni e facili buonismi, ci si aspettava una satira pungente sul momento storico vissuto dal nostro paese, la solita frizzante ironia colta e tuttavia emozionante: il risultato invece è stata un'esibizione didascalica; una lectio magistralis sulla storia dell'italia, troppo lunga e seria per essere apprezzata.

Commenti
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#2 Fabio
Cultura!?!? Ma quale cultura? Quell'uomo è ignorante come un bufalo. certo se uno è ancora più ignorante lo vede colto. Per il pesce rosso il coniglio è un genio. Prestazione mediocre da mediocre personaggio, talmente mediocre che infatti piace agli italiani, popolo di vili ed ignoranti.
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#3 pauleta
io credo che benigni sia un uomo geniale e di vasta cultura, ma negli ultimi anni sta tentando di ripetere ( troppo spesso ) il trend fortunato dell'analisi del testo. Preferivo il Benigni di qualche anno fa. Detto questo, ogni commento è ben accetto!
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#4 capitanoachab78
Benigni dovrebbe ripassarsi la storia! Scipione non era italiano perche` non parlava italiano! L'italia non esisteva come Nazione (concetto che durante l'impero Romano nemmeno era concepito), non esisteva nemmeno una cultura italiana all'epoca! Inoltre Romano non significa necessariamente italiano: erano Romani tutti i cittadini che vivevano dentro i confini dell'impero! Pertanto erano Romani anche i Greci, i Galli (non dico francesi perche` come gli italiani, all'epoca non esistevano), gli iberici (non dico spagnoli perche` all'epoca non esistevano) e via dicendo. Inoltre a differenza di Nazioni quali Francia, Inghilterra e Spagna (forse ce ne saranno anche altre), l'Italia e` nata senza che vi fosse alla base una cultura nazionale che fosse sentita dal popolo. Durante il Risorgimento infatti nessuno si sentiva italiano e a nessuno interessava esserlo se non a una ristrettissima elite di borghesi e intellettuali. Se l'intenzione di Benigni era quella di tirare su il morale agli italiani, doveva semplicemente dire che l'Italia ha una grande storia (il che e` indiscutibile) e non mettersi a fare discorsi di stampo fascista (anche mussolini parlava di Roma antica come fosse l'Italia). Benigni spara meno cazzate la prossima volta!
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#5 pauleta
Premetto che secondo me Benigni è certamente una persona coltissima e preparata! Sono d'accordo con te ... è stato troppo facilone! Se la sua intenzione era quella di darci una visione nuova e più romantica della storia d'italia sarebbe dovuto essere più originale.
macchè lunga e seria, sarei stata altre due ore ad ascoltarlo, sa commuovere con la sua cultura e passione, insegnassero la storia così ai ragazzi!! una lectio magistralis godibilissima ad una maggioranza di italiani che fino a ieri non sapeva il significato di esegesi...