Google Cerca Il Cambiamento: Meno Spam Più Contenuti
Senza dubbio il più famoso motore di ricerca è Google. La sua fama iniziò proprio per la sua capacità di riportare contenuti "pertinenti" alla ricerca ed evitare lo spam o pagine ripetute. Il suo google bot "intelligente" è diventata una garanzia e anche di chi non si intende per niente di queste cose cerca sul famoso motore perchè da tutti è considerato il più affidabile.
Questa fama unita a scelte intelligenti e alla creazione o acquisizione di miriadi di servizi utili e semplici da usare, come GMail, il sistema AdSense, AdWords, Google Analytics, Blogger...e altri strumenti per la multimedialità e lo scambio di contenuti, ha fatto di un motore di ricerca un colosso dell'Informatica con un grande peso e influenza su ciò che accade nel World Wide Web.
AdSense è stata una miniera per molti. Molte figure professionali sono nate grazie a questo sistema così accessibile e "democratico" di accesso al mondo pubblicitario, e molti altri servizi pubblicitari ne hanno usato il modello. Si è così creata sul web la tendenza a monetizzare contenuti. In parole povere: anche se io non produco e vendo niente di fisico e non scrivo direttamente di ciò che si vende, posso fare lo stesso pubblicità e guadagnare. Questo ha creato nel tempo siti molto criticati, chiamate content factories. Una content factory è una compagnia online che studiando attentamente le parole chiave più ricercate riesce a sfornare dalle sue migliaia di "reclute" comodamente nelle loro case centinaia di articoli al giorno (o altri contenuti) perfettamente sistemati e strutturati per essere facilmente trovati dai motori di ricerca e generare introiti. Chi guadagna veramente ovviamente è chi gestisce la piattaforma, chi riesce con la Search Engine Optimization (SEO) fa in modo che i suoi risultati siano sempre al top nelle ricerche su internet e che gli utenti siano "accativati" a leggere e magari a finire su qualche pubblicità. Il caso più famoso è Demand Media, che riesce a sfornare 6000 contenuti al giorno e che sparge dovunque sul web, grazie a un algoritmo che seleziona automaticamente i contenuti da pubblicare in base alle parole più ricercate.
Ci sono già diverse scuole di pensiero, c'è chi dice che questa è la fine del giornalismo c'è chi invece la vede come una selezione naturale del contenuto. Non stiamo qui a parlare di filosofia e decidere cosa è bene e cosa è male, ma ad annunciare che Google ha pronto un nuovo algoritmo che dovrebbe dare un grosso colpo a questi sistemi. Molti utenti, blogger, web-scrittori vecchio stile infatti si sono lamentati, molti semplicemente infastiditi da miriadi di contenuti poco pertinenti o copiati, in vetta alle classifiche nelle loro ricerche. Così Google vuole darci un taglio.
Con un nuovo algoritmo penalizzerà nelle ricerche i siti più segnalati o quelli più bloccati grazie a una nuova funzione del browser Google Chrome che permette di creare una lista nera personale dei siti che non vogliamo ci appaiano.
La "crociata" annunciata sul blog aziendale, per ora inizierà negli USA e poi su scala mondiale. I titoli azionari di Demand Media sono già scesi, ancora per poco quindi sono al sicuro le content factories europee (come Populis) ma il mondo del web inizia a tremare. Come andrà a finire? Riuscire Google attraverso la sua guerra allo spam a ritornare in auge e a dettare nuove tendenze in un internet sempre più "facebookizzato" e con la concorrenza del nuovo motore di ricerca Microsoft, Bing che inizia a farsi sentire sui conti in tasca? Cosa resterà dopo questa "rivoluzione"? Ai posteri (fra qualche mese) l'ardua sentenza!
