Mucca Pazza - Allarmismo Ingiustificato Secondo I Medici
Lo affermano i medici: "Quello di Livorno è un caso rarissimo, isolato, risalente ad anni fa", risulta quindi assolutamente ingiustificato parlare del ritorno del morbo della mucca pazza in Italia. Gli stessi medici che si stanno occupando del caso della donna di 42 anni, in fin di vita, all'Hospice per le cure palliative di Livorno.
Afferma infatti Spartaco Sani, primario del reparto di Malattie infettive della città lobronica: "Non si deve assolutamente parlare di un ritorno di mucca pazza, si tratta di un caso del tutto sporadico. Non c'è alcun problema da questo punto di vista. La malattia in Italia è pressoché inesistente". Risulta tra l'altro praticamente impossibile risalire alle circostanze in cui la donna ha contratto la malattia che l'ha ridotta in fin di vita, ma di certo c'è che il contagio risale al passato, all'incirca nella seconda metà degli anni '90, verosimilmente nel biennio '97-98.
E' stato il neurologo e specialista in neuropatologia dell'Istituto Carlo Besta di Milano dott. Fabrizio Tagliavini, direttore dell'unità operativa dedicata alle malattie neurodegenerative a ricostruire la storia clinica di questo secondo caso di 'nuova variante della malattia di Creutzfeldt-Jacob' (vCjd), diagnosticando la malattia alla donna di Livorno nell'ottobre 2009.
Molto probabilmente il morbo, prima di manifestarsi in questa donna, abbia avuto un lungo periodo di incubazione e che il contagio risalga ad un periodo nel quale non c'erano i controlli attuali. Concorda la Coldiretti che definisce il caso "un'eredità del passato" e " non ha nulla a che fare con il consumo della carne italiana che è del tutto sicuro grazie ad un rigido sistema di controlli introdotto con successo nel 2001 per far fronte all'emergenza Bse". La Coldiretti cita inoltre i dati della Commissione Europea: nell'Ue dai 37.000 animali ammalati del 1992 si è passati a soli 67 nel 2009, dei quali appena due casi in Italia su oltre 450.000 test effettuati.
La vittima del morbo, che ha contratto la variante umana del cosiddetto morbo della "mucca pazza", sta affrontando, presso l'Hospice di Livorno, la fase terminale della malattia. Ha una bambina di quattro anni. La struttura che la accoglie ha come scopo principale quello di farle passare con dignità gli ultimi momenti di vita. Vi è stata trasferita lo scorso venerdì, dopo anni di disperate cure all'Istituto neurologico Besta di Milano. Tecnicamente la donna non è in coma. Non ha nessuna capacità relazionale, non comunica con l'esterno anche se reagisce agli stimoli. Risulta comunque difficile risalire alle circostanze del contagio a causa del lunghissimo periodo di incubazione del morbo, che è di circa 12 - 15 anni.
